Jacopo Sipari di Pescasseroli

Turandot di Giacomo Puccini a Torre del Lago

TURANDOT

GIACOMO PUCCINI

Rebeka Lokar/Tso Han-Ying in Principessa Turandot

Rudy Park/Amadi Lagha in Calaf

Francesca Cappelletti in Liu’

Regia e Luci di Enrico Stinchelli

23, 30 LUGLIO – 12 AGOSTO 2016

JACOPO SIPARI DI PESCASSEROLI

DIRETTORE

GRAN TEATRO PUCCINI

TORRE DEL LAGO

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RECENSIONI

“La migliore esecuzione del Festival. Se per necessità si dovesse andare a sintesi estrema, quella sarebbe la frase da dire: la Turandot di Giacomo Puccini, terzo titolo del Festival 2016, diretta sabato 23 luglio 2016 dal maestro Jacopo Sipari Di Pescasseroli, sin qui è stata la migliore esecuzione, sopravvanzando artisticamente e abbondantemente la Tosca d’apertura e anche La bohème successiva. Finalmente s’è udita un’orchestra che ha integrato il proprio suono con il coro e soprattutto con i solisti, senza protagonismi dinamici, nonostante fanfare e percussioni; e senza mai coprire il canto d’assieme e le voci soliste. Maiuscola, dunque la prova di Sipari, anche perché ha mostrato d’essere un direttore molto attento al palcoscenico, in grado non solo di sostenere i cantanti nei loro fulgori vocali, ma anche di aiutarli nei momenti difficili dei passaggi di registro e nelle sfumature dei fraseggi, chiamando il suono a modellarsi sulle dinamiche delle voci, E non viceversa come si ode più d’una qualche volta. Non diremo dell’accompagnamento di “Nessun dorma” del tenore o di “In questa reggia” del soprano spinto, perché è naturale che essendo quelle arie, oltre che popolarissime, cantate allo stremo della potenza vocale, va da sé che la dinamica deve essere sostenuta come piace al pubblico (e sicuramente come piaceva anche a Puccini); diremo invece dei concertati, come nel finale del primo atto quando Calaf chiede di essere sottoposto agli indovinelli (agli enigmi; se si preferisce) e sono tutti in scena, il tenore, il soprano, il basso, le tre maschere, il coro, e tutti assieme cantano: Sipari è riuscito a dare alla combinazione canto/suono una perfetta simbiosi; ma non è tutto qui. Perché se si traguarda il lato estetico della faccenda, il direttore è riuscito a combinare in maniera emozionante l’altisonanza wagneriana delle squille e delle percussioni con la trasparenza miracolosa delle musiche di Mozart, nelle quali tutto è detto con semplicità ed eleganza e tutto deve essere udibile con chiarezza. Poi un altro esempio di tanta bravura: il concertato che conclude la scena degli enigmi, realizzato con lo stesso piglio ed efficacia”.

http://www.gliamicidellamusica.net/gadmnet/route.jsp?page=Opera&subpage=OperaDalCentroNord&inserzionista

 

“Positiva la prova di Jacopo Sipari Di Pescasseroli, direttore ospite principale del Festival Puccini. Forse anche perché le sue esperienze operistiche sono ancora tutto sommato limitate, Sipari pare preferire un approccio sinfonico all’opera, che trae beneficio dal suo gesto chiaro e preciso e che si traduce in un suono nitido altrettanto preciso, senza trasformarsi in mero esercizio calligrafico. Senza nulla togliere al suono selvaggio quasi brutale impartito ai momenti più febbricitanti, il momento più suggestivo dell’opera si è avuto nell’atmosfera sognante e cantilenante con cui ha rivestito la scena delle tre maschere all’inizio del secondo atto. Il saper amalgamare con naturalezza un rispetto scrupoloso dei dettagli orchestrali con una viva attenzione a quel che accade in palcoscenico è segno sicuro di competenza direttoriale”.

http://www.connessiallopera.it/2016/07/24/festival-puccini-2016-turandot/